Porto Palo - a 3 km - SELINUNTE KM  -15 - SEGESTA  - 50 KM -

Itinerari Archeologici consigliati

Provincia di Agrigento

AGRIGENTO

Fu fondata dai greci nel IV sec. a.C., la città conobbe la democrazia in tempi a noi lontanissimi, grandi splendori e diede i natali a uomini illustri fra cui Empedocle, filosofo, poeta, "mago"... Poi conobbe la conquista dei Cartaginesi e dopo quella romana dal 210 a.C. Sotto la dominazione araba la città fu strutturata in fortezza chiamandola Gergent (da cui la denominazione Girgenti conservata fino al 1928). Sotto Federico II ebbe un altro periodo di rifioritura, che la costituì in libero comune. Oggi, di quella città restano una grande quantità di testimonianze ed un tempio, quello detto della Concordia quasi intatto. La valle dei Templi seppur assediata dal disordinato espandersi della città moderna in questi ultimi anni è al centro dell'attenzione mondiale in quanto è stata recentemente dichiarata Patrimonio dell'Umanità e dunque per questo motivo sono iniziate una serie di azioni atte a salvaguardarne la conservazione, come l'abbattimento delle case abusive costruite nel corso degli anni e/o la migliore fruizione del patrimonio artistico. La Valle occupa un altipiano roccioso a ridosso della città, e i suoi templi sono allineati uno dopo l'altro per un percorso di circa 2 Km. Essi sono databili prevalentemente al sec. V a.C. Così ecco il tempio di Giunone, della Concordia, di Ercole, e quello mastodontico di Giove di cui restano i grandiosi avanzi. Nella valle è possibile ammirare pure una bella necropoli paleocristiana e un quartiere ellenistico-romano pieno di abitazioni e di mosaici. Fanno da sfondo i bellissimi mandorli che in febbraio quando sono in fiore rendono tutto molto più suggestivo.

ERACLEA MINOA

La fondazione della città che si trova a Capobianco fra Agrigento e Sciacca, va attribuita secondo la leggenda a Minosse e ai suoi compagni, Probabilmente fu fondata da esuli di Selinunte, almeno secondo lo storico greco Erodoto.
La città diventò presto confine fra Agrigento e i cartaginesi, ambiziosi contendenti della supremazia territoriale e marittima di quei luoghi e nel 313 a.C. cadde sotto il potere punico. La città passò di mano più volte ma resto comunque sotto Cartagine di cui divenne un'importante base militare. Sotto la conquista romana la città andò declinando sempre più fino ad essere dimenticata.
Il suggestivo sito archeologico, posto a monte di Capobianco da cui si può ammirare il litorale sottostante, conserva un'interessante teatro con la cavea rivolta verso il mare dove un tentativo discutibile di conservazione mediante plexiglass ha accelerato il degrado del tempo. Di fronte al teatro si estende l'Agorà con gli edifici pubblici ed abitazioni, in alcune delle quali è ancora possibile ammirare il colore degli intonaci originali.
Interessante sarà la visita al piccolo "Antiquarium" dove sono custoditi i reperti degli scavi.
 

Provincia di Trapani

 

CAVE DI CUSA

In questo cantiere a cielo aperto, immerso fra gli ulivi, a pochi chilometri da Campobello di Mazara si estraeva la roccia calcarea che veniva modellata per la realizzazione delle colonne necessarie alla costruzione dei templi di Selinunte. I grandi blocchi di colossali colonne, abbandonate durante la lavorazione fanno pensare ad un improvviso abbandono del lavoro per un fulmineo allarme. È consigliabile una visita sia per l'estremo interesse del sito, sia per la suggestione dei luoghi.



 

 

MOZIA

La piccola isola si trova nel bacino lagunare detto "lo Stagnone", al largo delle coste marsalesi. Fondata dai Fenici, nel VII sec. a.C., fu "un frammento d'oriente gettato nelle acque di Sicilia". Divenuta centro di fruttuosi scambi con le coste africane e orientali, fu sottoposta a diverse guerre fino al IV sec. allorché fu conquistata e distrutta dal tiranno siracusano Dionisio. Ma il fascino dell'isola è rimasto immutato fino ai nostri giorni. Passeggiare per i sentieri che la percorrono significa un viaggio a ritroso nel tempo, immersi nel silenzio delle sue "acque basse". Da vedere il "Cothon", cioè il bacino dove attraccavano le navi mercantili, i ruderi del santuario, la cinta muraria, la casa dei mosaici e delle anfore. Emozionante il "Tophet", dove venivano sacrificati agli dei i bambini. Meraviglia assoluta da non perdere il cosiddetto "Giovanetto con la tunica", statua di marmo conservata nel piccolo museo Withaker considerata da alcuni critici più bella degli stessi "Bronzi di Riace".
 

SEGESTA

Fondata dagli Elimi, la cui origine è tuttora ignota, a poca distanza dall'attuale paese di Calatafimi, ebbe una storia condizionata dalla politica che era subordinata alla lotta contro Selinunte. Così fu coinvolta in frequenti mutamenti di alleanze. Prima con Atene, dopo con Cartagine che causò un intervento violento del tiranno di Siracusa Dionisio nel 397 a.C.. durante la prima guerra punica si alleò con Roma appellandosi alla comune origine troiana in base alla leggenda di Enea. Città latina al tempo di Augusto conobbe la sua fine ad opera dei Vandali. L'area archeologica comprende uno dei simboli dell'architettura classica più noti nel mondo: il tempio dorico del V sec. A.C., dotato di un peristilio di 6 colonne per 14 con l'eccezionale caratteristica delle colonne lisce; questo monumento con i suoi colori e le sue forme eleganti, si inserisce perfettamente nel contesto ambientale circostante con un effetto scenografico molto suggestivo. Un altro importante monumento è il teatro databile al III sec. a.C. costruito entro lo spazio cittadino con venti gradinate suddivise in sette cunei. Il teatro è rivolto verso la costa e la sua ambientazione panoramica è di grande efficacia.


 

 

 

 

SELINUNTE

Situata in provincia di Trapani, a pochi Km. da Castelvetrano, con i suoi 270 ettari, è uno dei parchi archeologici più estesi del mondo. Fondata nel VII sec. a.C. Sub-colonia di Megara Hyblea, fu creata allo scopo di sottolineare i legami tra le colonie greche in Sicilia e le città madri per assicurare nuovi spazi per il commercio dei prodotti artigianali, soprattutto della ceramica. Avamposto della cultura greca, Selinunte maturò una cultura di confine, ostacolando la dilagante supremazia punica nella zona. Nel 392 a.C. fu conquistata dai Cartaginesi, che nei secoli successivi ripeterono la distruzione al fine di evitare la conquista romana della città. Sotto Roma la sua storia divenne anonima. Famosissimi i suoi templi: il tempio G (V sec.), probabilmente il più grande dell'antichità che subì la distruzione dei Cartaginesi quando ancora non era finito; il tempio E in perfetto stile Dorico e gli altri templi attraverso cui si può seguire l'evoluzione di questo stile architettonico. Importante da visitare l'acropoli, che domina dall'alto la vallata, ricca di resti di edifici pubblici con l'Agorà e le botteghe artigiane.

 Itinerari Naturalistici consigliati

Provincia di Agrigento

 



SCALA DEI TURCHI

Nei pressi di Realmonte, località balneare alle porte di Agrigento, si trova la bellissima "Scala dei Turchi", una singolarità naturalistica dovuta alla azione erosiva del mare che ha dolcemente scavato una alta scarpata rocciosa che si erge da una spiaggia dai fondali bassissimi, uno spettacolare susseguirsi di "gradini naturali" di candida roccia gessosa magistralmente modellata dalla natura.


 

MONTE SAN CALOGERO

L'imponente mole del monte San Calogero (anticamente detto Kronion) che si leva isolato di fronte al canale di Sicilia, domina Sciacca. Alto 386 metri s.l.m., deve la sua fama alla presenza delle "stufe vaporose", suggestive grotte naturali con particolari manifestazioni geotermiche sfruttate sin dall'antichità per il potere benefico dei loro vapori termali. Ai piedi del monte, è interessante visitare il curiosissimo Giardino o "Castello incantato" di Filippo Bentivegna.


Provincia Trapani

 

RISERVA DELLO ZINGARO

 

 

 

Il tratto costiero dello Zingaro è una delle perle più preziose dell'intera isola. E' costituita da un insieme di ambienti che alla spettacolarità paesaggistica aggiungono un rilevante interesse biologico, presentando alcune nicchie ecologiche uniche in Sicilia. Prima riserva naturale costituita in Sicilia, nei 7 Km. di costa offre non solo un ambiente di rilevante interesse vegetazionale, per la presenza di piante rare ed endemiche, ma anche faunistico, visto che la presenza di nicchie ecologiche molto varie consente una notevole diversità. Da segnalare la grandiosa Grotta dell'Uzzo, cavità di 50 m. di apertura e di profondità e 45 m.. di altezza, in cui ha avuto sede uno dei primi insediamenti preistorici siciliani La riserva è visitabile a piedi, non esistendo al suo interno strade carrabili.

FOCE DEL FIUME BELICE

Costituisce un ampio anfiteatro naturale ricco di flora endemica. Le dune, continuamente modificate dai capricci dei venti, nonostante le difficili condizioni ambientali subtropicali, sono colonizzate da una vegetazione varia come le erbe striscianti, capaci di riemergere dalla sabbia; il superbo, raro e profumato giglio marino, il papavero cornuto; le esili tamerici e le spettacolari acacie. Intorno alla foce e lungo le sponde del fiume attecchisce una tipica vegetazione palustre a canne, carici e tifacee e vi sostino diverse specie di animali come aironi cinerini, martin pescatori, ramarri e qui vengono a deporre le loro uova le tartarughe marine.
Il tratto di litorale tra Marsala e Mazara del Vallo è connotato da due tipici ambienti naturali, che contrastano fortemente con le zone limitrofe, nelle quali la presenza dell'uomo è avvertibile per le estese coltivazione a vigneti. Le sciare del mazarese sono aride distese simili al "serir", il deserto sassoso del Nordafrica, popolate da due rettili endemici della Sicilia, il gongolo e la lucertola wagleriana e da uccelli tipici. Tuttavia è un paesaggio pieno di fascino con le sue coste aspre, scolpite e levigate, colpite dai marosi del Mar d'Africa dalle mille tonalità di blu e verde. Le paludi di Capo Feto sono tra le poche rimaste in Sicilia, importanti soprattutto dal punto di vista faunistico, visto i grandi stormi di uccelli migratori che in esse trovano ristoro durante i loro estenuanti viaggi.

SALINE DI TRAPANI

Le saline sotto Erice appaiono come un'immensa scacchiera cui il tramonto conferisce prodigiose colorazioni: dal porpora al rubino, dal vermiglio al blu intenso. Il paesaggio è caratterizzato dalla presenza di mulini a vento, affascinanti resti di un passato archeologico industriale. Anche qui la natura si manifesta in tutto il suo splendore specialmente in primavera quando gli argini delle saline si rivestono di un'inaspettata fioritura di margherite, violaciocche, silene, viperine oltre ad altre specie vegetali tipiche degli ambienti alofili.
Le saline sono anche molto importanti dal punto di vista faunistico, essendo luogo di sosta e di nidificazione di numerose specie di uccelli anche molto rari come la damigella di Numidia, una gru africana, e il pulcinella di mare, dal piumaggio variopinto.